Pinsa Romana

Pinsa Romana

La ricetta della Pinsa Romana si prepara con un impasto molto digeribile, caratterizzata da un mix di farine e dalla lunga lievitazione.

Pensa che in 700 grammi di farina vanno aggiunti soltanto 3 grammi di lievito e la lievitazione si protrae per più di 2 giorni.

Non spaventarti per i tempi, prepararla è molto semplice. Adoro mangiarla appena sfornata adagiandovi sopra formaggi o salumi. Per questa pinza ho usato il formaggio primo sale allo zafferano (una vera delizia), la mortadella e la farina di pistacchi… che dire: Una bontà assoluta!

Alcune ricette per te:

  • DifficoltàFacile
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di riposo2 Giorni
  • Tempo di cottura20 Minuti
  • Porzioni2 pinse
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana

Ingredienti per la preparazione della Pinsa Romana

impasto

300 g Farina Manitoba (W superiore a 350)
300 g Farina 0
50 g Farina di riso
50 g farina di soia
500 g acqua (fredda)
3 g lievito di birra fresco
10 g olio extravergine d’oliva
15 g Sale

condimento

150 g mortadella con pistacchi (fettine sottili)
30 g farina di pistacchi
200 g primosale
q.b. olio extravergine d’oliva

1.968,75 Kcal
calorie per porzione
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  • Energia 1.968,75 (Kcal)
  • Carboidrati 235,28 (g) di cui Zuccheri 8,43 (g)
  • Proteine 90,20 (g)
  • Grassi 75,15 (g) di cui saturi 9,64 (g)di cui insaturi 17,16 (g)
  • Fibre 12,70 (g)
  • Sodio 3.858,10 (mg)

Valori indicativi per una porzione di 650 g elaborati in modo automatizzato a partire dalle informazioni nutrizionali disponibili sui database CREA* e FoodData Central**. Non è un consiglio alimentare e/o nutrizionale.

* CREA Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione: https://www.crea.gov.it/alimenti-e-nutrizione https://www.alimentinutrizione.it ** U.S. Department of Agriculture, Agricultural Research Service. FoodData Central, 2019. https://fdc.nal.usda.gov

Strumenti utilizzati per la preparazione della Pinsa Romana

Preparazione della Pinsa Romana

Prendi il lievito e sbriciolalo nel recipiente della planetaria. Io ho usato il mio Kenwood gourmet.

versa 400 g di acqua e fai sciogliere il lievito aiutandoti con un cucchiaio.

Monta il gancio impastatore e versa le farine esclusa quella di soia.

Lavora a velocità 2 fino a quando l’impasto sarà sodo. A questo punto versa la rimanente acqua (100 g) e fai lavorare la planetaria lavorare fino ad assorbimento completo. Prosegui inserendo olio, sale e, infine, ingloba la farina di soia.

Lascia lavorare la planetaria fino a quando l’impasto non sarà incordato.

Poni l’impasto su un piano da lavoro l’impasto su un piano da lavoro e forma una palla.

Mettila in una ciotola massaggiandola con l’olio d’oliva. Copri la ciotola con la pellicola alimentare e lasciala in frigo per 48 ore.

Dopo due giorni, l’ impasto avrà quest’aspetto. Bello, tondo e lievitato.

Rovescialo sul piano da lavoro e fai le pieghe.

Con un tarocco dividi in due parti l’impasto. Prepara due teglie rettangolari. Infarinale per bene.

Con le due parti di impasto forma due palle, sistemale sulle due teglie.

Massaggiale con l’olio di oliva e coprile con la pellicola alimentare. Lasciale a lievitare per circa 3 ore.

Questa era l’ultima fase di lievitazione. A questo punto l’ impasto è pronto per essere cotto in forno.

Preriscalda il forno alla massima temperatura.

Dopo aver unto le dita con l’olio d’oliva, dai all’impasto una forma ovoidale. Allungala usando i polpastrelli. Facendo questo lavoro  non occorre aggiungere altro olio. Inserisci la teglia nel forno ormai caldo, e lascia cuocere la pinsa per circa 20 minuti sul livello più basso del forno.

Trascorso il tempo di cottura, avrai una profumata e croccante Pinsa che aspetta il condimento che più preferisci.

Io l’ho condita con il primosale allo zafferano, la mortadella e la farina di pistacchi. E tu come la condisci? Dai, sono curiosa, fammelo sapere tra i commenti.

Con affetto Mirandolina

Un po’ di Storia

Il nome Pinsa deriva dal latino “Pinsere” che in italiano significa allungare, stendere. Infatti la Pinsa ha una forma allungata e, proprio la sua forma, ha generato il suo nome.

Le origini della pinsa romana  risalgono all’antica Roma. Nasce infatti come piatto povero preparato con farine più grezze che non venivano vendute. E’ imparentata con la ben più giovane Pizza.

Addirittura scrisse della Pinza Virgilio nella sua Eneide. Infatti raccontò che Enea, stanco e stremato dal viaggio fatto dalla Grecia all’Italia, fu rifocillato proprio da popolazioni presenti nel Lazio, con larghe focacce che possiamo collegare alla pinsa dei giorni nostri.

Dall’Eneide:

LE MENSE DIVORATE ( 107-147)
“…Allora consumato già il resto, come la povertà del
mangiare spinse a volgere i morsi verso la piccola
Cerere e violare con mani e mascelle audaci il piatto
della focaccia fatale né risparmiare le larghe focacce…”

4,9 / 5
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12 Risposte a “Pinsa Romana”

    1. Ciao Paola, è una ricetta che preparo sempre con piacere. Lunghissima lievitazione e pochissimo lievito. Provala, è buonissima 😉

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