Un messaggio whatsapp e…

Quante volte ci succede di sentire il nostro telefono che emette quel suonino tipico di un messaggio di chat su whatsApp? Ormai le nostre giornate sono scandite da quel minuscolo suono che ci avvisa che qualcuno ci sta informando su qualsiasi tipologia di evento.

I messaggi tipici variano da:

  • BUON GIORNO
  • E’ Lunedì… seguito da faccina triste
  • Buon pomeriggio!
  • Buona notte!
  • Buon Sabato! Seguito da faccina allegra
  • Sto arrivando, metti l’acqua sul fuoco
  • mamma ritardo un po’
  • Sono iniziati gli sconti: tutto fino al 30%
  • vota per tizio
  • varie catene più o meno a sfondo religioso

Potrei continuare ancora a lungo ma il mio intento è raccontarvi cosa mi è successo pochi giorni fa.

Non ricordo esattamente a che ora ma, circa una settimana fa, il mio telefono emette il solito suono per notificarmi un messaggio whatsApp. Nell’immediato non attenziono il messaggio ma, avendo un figlio adolescente, prendo il mio telefono per vedere chi fosse il mittente e leggo: Sacro Cuore. “OMMIODIO”! Poso il telefono ed inizio a farmi tante domande.

Ho pensato a quelle catene di interminabili messaggi religiosi e mi son detta – hanno creato anche il GRUPPO whatsApp – e da lì ho cercato di capire chi fosse colei o colui, che aveva macchiato la propria anima di questo peccato: il mio inserimento.

Si, è vero, la prima cosa a cui ho aspirato è stata l’immediata cancellazione dal gruppo in questione ma poi, ho pensato di andare con i piedi di piombo ed ho cercato di fare mente locale sul nome del colpevole. Se fosse stata un’insegnante di mio figlio? Non sarebbe stato carino uscirne, avrei dichiarato di essere atea pur essendo credente. Se fosse stata una delle mamme presenti nel gruppo scolastico? Anche lì bisognava essere prudenti per non peccare di scortesia o, addirittura, maleducazione.  Insomma, non riuscivo ad uscirne fuori. Ecco che arriva il lampo di genio, o meglio, la cosa che avrei dovuto fare immediatamente: sono entrata nel gruppo ed ho visto che c’era chi mi stava salutando – ciao Rita – Vogliamo vedere una tua foto – quanto tempo- e tanti altri messaggi colorati da un sentimento: ti vogliamo bene. Ho iniziato a scorrere i partecipanti al gruppo ed ho FINALMENTE capito: era il Gruppo delle mie ex compagne di scuola!

Ecco che inizio a muovermi tra i profili per scorgerne le foto, per riconoscerle dopo circa 35 anni. Perchè, anno più anno meno, quello è il tempo trascorso da quando abbiamo frequentato quella Scuola. Istituto Sacro Cuore, così si chiamava ed ecco spiegato il nome del gruppo WhatsApp!

 

Chattando su whatsApp, vedo anche l’immagine del gruppo: una pagina di un diario scolastico, in cui ci sono i nostri nomi con accanto i nostri numeri telefonici. Chiaramente soltanto i numeri dei telefoni fissi, quando ero ragazzina il cellulare non esisteva. Quando ero ragazzina non esisteva… – non so se essere compiaciuta o triste per aver fatto questa considerazione –

Adesso stiamo cercando di fissare una data per poterci rivedere, riabbracciare, raccontare. Non vedo l’ora di trascorrere una serata con loro, le compagne con cui ho condiviso tediose ore scolastiche per giorni, mesi, anni… Con loro ci si capiva con uno sguardo, quando c’erano i professori in classe o durante un compito, erano gli occhi a parlare e non ci sfuggiva niente .

La magia di rivedere i compagni di scuola è che, quando li guardi negli occhi, sono proprio come erano allora, perchè rivedi quegli sguardi e anche tu, rivedendoti nei loro occhi, ritorni ragazzina.

Rita di Salvo

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