Esami, valutazioni e vita reale

Eccomi con una nuova esperienza vissuta in quanto mamma di un tredicenne: gli Esami di Terza Media! Proprio oggi, la scuola frequentata da mio figlio, ha affisso i voti finali che concludono un percorso durato tre anni. In questi tre anni i “bambini” sono diventati “ragazzini”. I maschi hanno modificato la loro voce, a volte sento mio figlio che parla al telefono in un’altra stanza e il suo timbro è quello di un uomo. Anche la peluria sul viso inizia ad essere presente, la prima volta che me ne sono accorta se da un lato mi ha fatto sorridere, dall’altro mi ha chiaramente fatto rendere conto che Lui sta crescendo e che anche io, quindi, sto… diciamo crescendo. Ma parliamo di questo Step importante di questi adolescenti che, per la prima volta, si trovano a dover affrontare un ESAME scolastico. Qual’è l’etimologia di questa parola che fa paura, soprattutto, a noi genitori?

Esame

Dal latino Examen-minis, in origine indicava l’ago della bilancia e quindi l’atto del pesare.

I professori quindi, hanno il compito di PESARE i ragazzi, di valutarne la preparazione, la maturazione nel corso del percorso di studio (tre anni) e l’ago della bilancia può pendere verso l’insufficienza o verso l’eccellenza.Compito dei docenti è quello di stimare, esaminare e alla fine, giungere ad un giudizio che non sempre, agli occhi degli alunni o dei genitori, è quello sperato.

Io non invidio minimamente la classe docente, non solo per gli ultimi fatti di cronaca (sappiamo di genitori che hanno ferito professori per “vendicare” i propri figli) ma anche perchè la loro valutazione, il loro metodo, il loro giudizio sono spesso non condivisi dagli altri attori: gli alunni e la famiglia. Nel grande teatro della vita, ognuno di noi riveste dei ruoli e ne riveste diversi simultaneamente. Io, per esempio, sono contemporaneamente mamma, figlia, lavoratrice, foodblogger, compagna, sorella ecc ecc più cresciamo e più i nostri ruoli aumentano per poi, in tarda età, diminuire drasticamente.

Mio figlio è nella fase crescente, ricopre ancora pochi ruoli, diciamo che si sta allenando alla vita ed è importante che attraverso le esperienze, comprenda che nessuno gli regala niente, che per realizzarsi deve lottare, che esiste la fortuna ma, in quanto tale, non rappresenta la regola, che può e deve contare soprattutto su sè stesso, che deve essere ambizioso senza che la stessa ambizione lo annienti, che deve credere in sè stesso, che deve avere delle passioni… potrei continuare a lungo ma ho ancora tanti anni per capire, da genitore, quali sono gli altri punti da focalizzare.

L’Ago della Bilancia

Eccomi a parlare degli Esami, delle Valutazioni, di quest’ago della bilancia… la scuola negli anni è cambiata, così come è cambiata la famiglia, la politica, la società. Ricordo i miei esami di terza media: bisognava portare tutti gli argomenti di tutte le materie… adesso, col senno di poi, credo che fosse un po’ troppo eppure, si studiava e si portavano tutti gli argomenti di tutte le materia. Ricordo anche i voti che venivano espressi in giudizi ma, ognuno di noi, conosceva la tabella secondo cui:

  • eccellente :10
  • ottimo: 9
  • buono: 8
  • discreto: 7
  • sufficiente: 6
  • mediocre: 5
  • scarso: 4
  • gravemente insufficiente: 1-3

I voti che ci sono stati nella classe di mio figlio sono, oggettivamente, molto diversi da quelli che prendevamo noi. Io non ricordo piogge di ECCELLENTE, di OTTIMO… e, incredibile ma vero, le valutazioni prevedevano anche i non ammessi agli esami – le sufficienze – cioè i voti che non piacciono ma che stimolano a fare di più.

Il mio pezzo vuole essere soltanto una riflessione sul cambiamento della scuola negli ultimi 40 anni, quando l’eccellenza era un’ eccezione. Se la si spoglia di questa qualità se ne appiattisce lo stesso significato. Eccellere vuol dire possedere qualità di sommo pregio, con caratteristiche di unicità, di perfezione. L’eccellenza è dunque quasi irraggiungibile… La scuola, in quanto “magistra vitae” deve aiutare i nostri figli a rialzarsi dopo una delusione, deve insegnare loro ad affrontare le avversità, deve lavorare al fianco dei genitori proiettandoli verso un percorso che DEVE essere comune: la crescita di un Individuo realizzato ed inserito produttivamente nella società in cui vive, nel rispetto del prossimo… deve anche insegnare agli uomini del prossimo futuro che:

nessuno regala loro niente, che per realizzarsi devono lottare, che esiste la fortuna ma, in quanto tale, non rappresenta la regola, che possono e devono contare soprattutto su loro stessi, che devono essere ambiziosi senza che la stessa ambizione li annienti, che devono credere in sè stessi, che devono avere delle passioni, che devono rispettare il prossimo, che la diversità è un valore aggiunto, che…. (che lavorare come insegnante,  non è affatto semplice).

Rita Di Salvo

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